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Avventure di uno qualsiasi - Ricordo d'aprile

 
Post #1


Avventure di uno qualsiasi - Ricordo d'aprileEro stralunato, come si dice in emilia, l'acqua della doccia era fresca, idea per lavare via il sudore e ridare forza ai muscoli. Ancora sentivo le gambe deboli, molli, e le mani di lei che mi passavano sulla pelle e mi lava, mi massaggiava. Quando arrivò sull'uccello ancora a mezz'asta ma decisamente sulla strada per calmarsi. Sentivo che me lo massaggiava dolcemente, non certo per lavarlo, abbassai lo sguardo, prima guardavo in ala in maniera che la mia faccia prendesse sul viso l'acqua così da riprendermi, una abbassato lo sguardo la vidi che lo guardavo contenta e soddisfatta. Non potei fare a meno di sorridere, allungai una mano e gli toccai le cosce tirandola verso di me. Emise un urletto di sorpresa, poi mi disse:" mmhmm cosa vorresti fare? Hai la cappella ancora molto rossa, e hai sborrato molto, ci vuole un pò perchè ti si possa ricaricare per bene. Di cazzo moscio ne ho già preso abbastanza dal mio ex marito. Poi mi sa che quella che ieri ti ha fatto sborrare oggi ne vorrà ancora." Poi rise, divincolandosi e insaponandomi l'uccello. "Dai esci di doccia, che mi devo anche lavare i capelli che uno schizzo mi è finito sui capelli e li lavo. A tue spese, visto che la doccia è la tua!"Uscii dalla doccia, presi l'asciugamano e comincia ad asciugarmi, poi mi sedetti sul water."Beh che fai seduto?" " Mi godo lo spettacolo che ti lavi e sballonzoli quelle tette a destra e sinistra, che ti pieghi e mi mostri la fichetta e il culo. Semplice, visto che pago l'acqua, mi godo la tua doccia" "aah, hai capito, ti stai ripigliando. Comunque per ora non ti faccio nulla, se proprio ti si rizza, ma non credo, fatti una sega mentre mi lavo" " Tranquilla, per ora lo lascio riposare, si sa mai che oggi pomeriggio qualcuno voglia farmi un altro pompino, o anche tu stessa" "No, tranquillo, devo andare al lavoro. I nonni son andati via con Evelina, e io vado in giro per le terre a vedere che tutto sia apposto."Restai a guardare fino alla fine. La maliziosa quando doveva lavarsi fra le gambe faceva in maniera di farmela vedere bene, si passò anche un dito in mezzo alle labbra. Poi si lavò i capelli, ed infine uscì dalla doccia. Gli diedi l'accappatoio, se lo mise, si asciugò un attimo ed uscì dal bagno ed io, nudo, dietro di lei. Andò verso la porta dietro casa, arrivata sulla porta si voltò, sorrise e guardandomi il cazzo a penzoloni mi disse:" ciao ciao, fai il bravo oggi che sei in corte da solo"Mi buttai sul letto, tanto non avevo molto da fare, vi rimasi fino alle 11, poi mi alzai, mi vestii in fretta, presi le chiavi della moto, una 125 rossa della cagiva, il mio casco giallo con una striscia blu e una nera, e finalmente uscii di casa. Era giugno,la prima parte della seconda metà, praticamente a inizio estate, faceva caldo ma in moto l'aria era fresca. Feci quei pochi chilometri che erano lontani da casa alla piazza del paese, li feci tutti a velocità ridotta mentre di solito sfrecciavo che sembravo Kocinski. Arrivai in bar, la barista era un amica di mia padre, erano a scuola assieme, era alta circa un metro e novanta, non molto bella perchè in viso era proprio bruttina, le gambe non erano proprio da modella, erano storte e il culo era largo. Aveva anche un lato positivo, le tette, portava una quarta di reggiseno, ma gli stava stretto e dalla camicia si vedeva sempre più di quel che si doveva vedere del suo decoltè. La salutai: " Ciao Luigia!" " Ciao Inciu, come mai così tardi? di solito passi prima, niente mare oggi?" "no, voglia zero. Oggi resto a casa." "La Vale, è passata con sua madre anche oggi?" "Si, credo siano ancora al supermercato, se vuoi andare la trovi" "Meglio di no, sai che sto sulle balle...che..." "Ascolta, ho bisogno di un pò di prosciutto per pranzo, poi mi servono del pane da tramezzini e della maionese. Oggi riprovo a cavalcare l'onda con questi aperitivi praticamente a ora di cena. Ieri ho avuto successo, finchè dura sta moda...ci vai tu a prendermi queste cose?" "Non aspetto altro!" " Dai vai, tieni cinquantamila lire, prendi anche delle piadine e un trancio di prosciutto cotto" " Vado!"Andai di corsa al supermarket, e appena entrato la trovai nella terza corsia, quella della paste e delle piadine e il pane da tramezzi. Mi avvicinai e rimasi senza fiato. Aveva una gonna con strisce orizzontali gialle, blu, nere e rosse, una canottiera blu e al collo uno di quei colarini che andavano di moda in quegli anni. Facevano un sexy all'epoca che era una cosa bestiale. Al naso aveva un piecing e oggi lo aveva cambiato, si era messa quello che gli avevo regalato io, era un anellino con un paio di gemme di vetro azzurro, lo avevo trovato a venezia quando con alcuni amici invece di andare a scuola avevamo preso un treno per venezia. in poco più di un ora eravamo là e andando in giro per la città trovai questo in un negozio. Era bellissima, anche lei bionda, ma naturale, occhi azzurri, non molto alta, circa un metro e sessanta. Di seno era messa bene, niente di plateale, stava bene il suo piccolo seno era giusto per lei. capezzoli bellissimi, ne larghi ne stretti, insomma tutta fatta bene. Ricordo che qualche mese prima avevo visto nuda la sua amica Eleonora, questa era mora, alta quasi quanto me, quindi era sul metro e settanta. Due tette fantastiche, belle, grosse, capezzoloni e due punte che sembravano due missili pronti a essere sparati in cielo. Con lei non c'era feeling, la conoscevo poco, ma una sera a una festa, una delle tante feste di amici che portano gente, la riconobbi. Ci parlammo, poi andammo a prendere una bocca d'aria, lei aveva bevuto, io no, non sono mai stato amante dell'alcol, poi eravamo in città e se i miei mi beccavano ubriaco non volevo che poi si fidassero e quindi avere il loro fiato sul collo. io ero libero e facevo tutto quello che volevo senza avere problemi o guardiani. Eravamo in città, a quel tempo le mura non erano molto usate di sera, vi erano sì dei lampioni, ma trovavi facilmente nelle zone buie spacciatori, coppiette, guardoni, prostitute che poi ti portavano in quegli hotel fuori le mura che campavano solo con loro. Io ed Eleonora andammo a fargli prendere una boccata d'aria su uno dei bastioni vicino ai bagni ducali, ci sedemmo sul muro e iniziammo un discorso senza senso. Poi lei disse: "Dici che hai paura dell'altezza, ma scommetto che se facciamo una scommessa vinco io e tutti ti metti seduto con le gambe fuori di quì dal muro" " No, la perdi. Non lo farò mai!" " aah si, scommetti?" "Dai, tanto la perdi" " Ok, allora se metti le gambe fuori dal muro, per almeno un minuto io mi spoglio, e quindi vinco la scommessa. Se invece perdo e tu non lo fai ti tocca spogliarti e andare dietro quell'albero e farlo vedere a quella puttana." Inizia a spogliarmi, era il mio punto debole. MI tolsi la maglia, poi mi tolsi i pantaloni ed abbassai le mutande. Il mio cazzo fuori uscì, anche se al buoi vidi che me lo guardavo con soddisfazione, e si strinse il labbro inferiore con i denti superiori. Poi disse:" togli ho detto!". Tolsi tutto, poi mi girai verso la prostituta, che però andò via a braccetto con un tipo, ero salvo. Mi girai, mi avvicinai ad eleonora, misi una mano sull'uccello e guardandola gli dissi:" Sei soddisfatta?" "si, dai non male. Quello che si dice in palestra allora è vero. Sembra che tu sia fra quelli che ha il cazzo migliore, non troppo grande, ne largo, e fatto bene dicono." "E' stata Isabella a dirvelo, vero?" "Si, d'altronde ti ha segato anche in piscina" "Quindi, fai la guardona stasera?" "Assolutamente no!"Sfilò la maglietta in uno sbatter d'occhio, e si slacciò il reggiseno in ancora meno. Ora le avevo lì davanti, come detto prima, erano belle, grandi, e morbidi, morbidissime. Mi avvicinai e gli leccai il capezzolo, era sensibilissimo e dopo un paio di colpi di lingua già mugolava dal piacere. Si ritrasse di pochi centimetri, me lo prese in mano e cominciò una sega bellissima, io mi piegai verso di lei e per leccare i capezzoli. Mugolavamo di piacere entrambi, ancora appoggiato alla tetta gli dissi:" Scopiamo, fammi un pompino, dai prima che sborro sui tuoi jeans" "No, c'è qualcun'altro che ti vuole e se si viene a sapere che l'ho fatto con te, quella persona mi riempe di botte. Sembra una santa, ma se si incazza mena tutti" "Mentre diceva così sentii diventare tutto duro e il calore della sborra che arrivava. "Sto per venire...aaaah..." Con un movimento velocissimo, da chi già sapeva cosa fare si abbasso, continuando a segarmi, ed io sborrai, con 4 schizzi, belli, abbondanti sulle sue tette. Uno era finito sul collo, ed ora col sudore suo stava scendendo proprio in mezzo a quelle tette fantastiche. Strisciava, strisciava fino giù ad arrivare all'ombelico, dove entrò e li rimase.Facemmo una risata entrambi, ero disteso, rilassato, la guardai e gli dissi. Dai succhiamelo un attimo, almeno adesso che ho sborrato. "Sei ostinato! Ok, te lo massaggio, ma non farmi brutti scherzi!" " Si tranquilla, tu succhia, se per caso mi torna duro continua!" "A no caro! Ci tengo alla mia faccia!" "Ma allora esiste questa tipa?" " Certo che esiste, non te ne sei ancora accorto? Non è Isabella, prima che lo dici" " Non me ne sono accorto, dai dimmelo. No, lo scoprirai tranquillo" Tanto fra un pò c'è il ponte del 25 aprile e il primo maggio, vedrai che la becchi" " Finito di dire questo, me lo prese in bocca, Isabella era più brava, ma d'altronde lei era più grande di me di quattro anni, aveva più esperienza, e poi diceva che con me era più divertente che con il suo uomo. Ormai il pene era a riposo, quindi Eleonora si staccò, prese dei fazzoletti e si ripulii. Io una volta rivestito, la presi per mano per tornare alla festa. " Ma che cazzo fai?" tieni le mani a casa tua!" "Scusa se ti vedo barcollante, pensavo che..." "Tu non pensare, pensa che di non dirlo in giro che sennò mi menano" Ritornammo alla festa, lei andò dalla sua amica io dai miei amici, appena in tempo a servirmi un drink analcolico che era sparita.Al supermercato, ho avuto appena il tempo di salutare Vale che arriva sua madre. "Ciao, Inciu, ora fai pure la spesa?" "Ciao, Si per la Luigia" " A bravo!" "Mamma, lo aiuto a trovare il panne per i tramezzini e i tranci di prosciutto, poi arrivo." Si ok, ma sarò già in cassa ora che arrivi." Luigia, si era messa d'accordo con lei per farci stare da soli al supermercato." Oggi non mi molla, che fai oggi?" "Nulla di che, son stanco, non vado a giocare a calcio, resto a casa. Se la piscina è apposto oggi mi faccio un bagno, non c'è nessuno. Vieni?" "Uhhh non ci sono i nonni? avranno messo delle telecamere per spiare te e la zia, in mancanza ci sarà Evelina a spiare" "Tutti via, una favola!" "Ok, alle quattordici son da te!"Prendemmo tutto, sua madre era in cassa, mi guardava male, ma non come al solito. Si assomigliavano molto lei e Vale, era solo più grossa e con tette enormi. vestiva sempre di nero. Aveva un caratteraccio, aveva tre figli, da tre uomini diversi. Donna complicata, ma fra me e lei la guerra era ancora lunga da venire. Tornai al bar, diedi tutte le cose a Luigia e poi la ringrazia per quello che aveva organizzato. "Io non ho organizzato nulla, è stata al tua ragazza a fare tutto. E poi lo sai che io tifo per voi!" Ed emise una grassa risata. Tornai sulla moto e mentre stavo accendendo il motore vidi Valentina che era in auto, la macchina partii, e lei si voltò con uno sguardo malinconico ed un effimero sorriso. Andai a casa. guardai nel frigo, bel freezer e mi feci il pranzo, spaghetti con le vongole e tonno alla calasetana. Poi mi buttai sul letto, nudo, mancava un ora, potevo aspettare a mettermi il costume. Ma ecco che suonavano alla porta. Avevo dormito? no, mi misi dei pantaloncini e andai alla porta. Era Evelina, la colf di casa. Era tornata in corriera. Mi disse alcune cose, poi andò in casa sua. Era nella terza palazzina che costituiva la corte, un appartamento nella vecchia stalla restaurata, sotto era diviso in garage e una zona nostra, della mia famiglia dove io avevo un piccolo studio. Poi vi era sul resto una zona dove c'erano altri locali dove c'era la paglia e altre cose ad essiccare. Chiamai Vale, mi rispose lei, gli dissi che c era Evelina, e lei mi rispose che stava per telefonarmi, non poteva uscire. Tornai sconsolato in camera e mi misi nudo sul letto e chiusi gli occhi. A un certo punto sentii chiudersi la porta e dei tacchi che camminavano dalla porta sul retro e stava iniziando a fare le scale. MI alzai e guardavo dove erano le mie mutande o i pantaloncini, poi sentii il profumo, e decisi di restare li ad aspettare. Sulla porta si apparve la cara zietta. Mi guardò e poi sorrise. Aveva ancora il solo accappatoio, già aperto e un paio di tacchi a spillo.
05-10-2021, at 08:18 PM
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