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Estate 1988

 
Post #1


Estate 1988Correva l'estate del 1988, l'anno della mia maturità. Era fine giugno e si crepava di caldo; la mia cameretta era un forno e studiare in quelle condizioni non era facile. Avevo terminato brillantemente le prove scritte e mi stavo preparando per gli orali che si sarebbero svolti di li a pochi giorni. Un pomeriggio faceva ancora più caldo del solito ed io, con indosso solo le mutande, sedevo alla mia scrivania, chino sui libri, grondando sudore. Dovevo bere in continuazione e quando mi accorsi che la bottiglia di acqua minerale era vuota mi recai in cucina.Ero scalzo per cui i miei passi non fecero nessun rumore e quando mi affacciai alla porta della cucina mi bloccai di colpo, completamente basito di fronte allo spettacolo che mi si presentò davanti agli occhi.Mamma, che non doveva ovviamente essersi accorta del mio arrivo, stava accovacciata a terra, come se dovesse fare pipì, e con una mano infilata sotto una leggera vestaglietta di cotone da casa, si stava sbattendo furiosamente la passera.Con un balzo mi ritrassi dalla porta prima che lei si accorgesse della mia presenza e mi nascosi dietro lo stipite, da dove potevo godermi la scena senza essere visto grazie ai vetri di una porta finestra che riflettevano perfettamente l'immagine di mamma.Il grembiule non mi permetteva purtroppo di guardare cosa stesse facendo la sua mano, ma il movimento del braccio era inequivocabile e la faccia di mamma, completamente assorta nel godimento e con gli occhi chiusi, non lasciava adito a dubbi. Si stava sicuramente tirando un ditale, e a giudicare dalla sua espressione da maiala, un'espressione che non le avevo ovviamente mai visto prima di allora, la cosa doveva farle parecchio piacere.Nel silenzio totale del nostro appartamento in quel tardo pomeriggio estivo potevo perfino udire lo sciabordare delle sue dita nella figa, evidentemente bagnata fradicia, e senza pensarci neppure un secondo mi abbassai le mutande ed impugnato il cazzo, già duro da scoppiare, iniziai a tirarmi una sega.Quella che mi arrivava riflessa dai vetri della porta finestra era la scena più eccitante che avessi mai visto in vita mia e nel giro di poco, forse meno di un minuto, non riuscii più a trattenere il flusso di piacere che sentivo risalirmi prepotente dai lombi.Ritto sulle punte dei piedi scalzi, col bacino proteso in avanti e gli occhi strizzati dal godimento, mi svuotai silenziosamente i coglioni scaricando una quantità impressionante di sborra che andò a spiaccicarsi con violenza contro il muro del corridoio.Mi ci volle una manciata di secondi appoggiato al muro con gli occhi chiusi per riprendermi da quella colossale goduta, e quando riaprii gli occhi vidi che mamma si era sfilata la mano da sotto la gonna e si stava leccando golosamente le dita che intuii dovessero essere tutte bagnate dal succo della sua figa.A quella visione, nonostante avessi appena sborrato come un cavallo, sentii il cazzo riprendere consistenza e drizzarsi nuovamente mentre un piacevole formicolio mi si propagava per i coglioni.Non so se sia stata solo la mia immaginazione, ma in quel momento mi parve perfino di percepire nell'aria l'odore della sua intimità, l'afrore dei suoi succhi.Mamma si infilò due o tre volte la mano sotto la gonna per raccogliere con le dita quei succhi e leccarli avidamente, poi con un gesto veloce fece scivolare fuori dalla scollatura del grembiulino una delle sue tettone.Aveva il capezzolo indurito e se lo titillò a lungo con un dito mentre con l'altra mano aveva ripreso a sbattersi furiosamente la topa.Il rumore delle sue dita nella topa fradicia e l'afrore di femmina alllupata che adesso mi colpiva distintamente le narici, uniti alla visione della furia a****lesca con la quale se la sbatteva e alla sua faccia da maiala, mi fece tornare una voglia pazzesca, e impugnato il cazzo ancora gocciolante della sborrata precedente ripresi a segarmi con lena. Mamma, sempre accovacciata con la mano tra le cosce sotto il grembiule, venne con una tale violenza che quasi le fece perdere l'equilibrio; venne mordendosi le labbra per soffocare i gemiti di piacere con la testa arrovesciata all'indietro e, in un parossismo di piacere estremo, si sollevò il grembiule per potersela sbattere meglio consentendomi così di lanciare una fugace occhiata al suo figone nero e peloso, bagnato fradicio e con le labbra completamente aperteA quella vista mi lasciai andare e sborrai per la seconda volta lanciando nuovamente una lunga serie di schizzi contro il muro del corridoio.Quando mi fui finalmente svuotato feci fatica ad allontanarmi barcollando dalla scena del delitto per rifugiarmi a riprendere fiato in camera mia, sperando che mamma non notasse le tracce inequivocabili che avevo lasciato dietro di me.Non so se non se ne accorse o se finse di non accorgersene, fatto sta che non mi disse nulla e appena potei cercai di ripulire con una spugnetta umida le macchie sul muro.Nei giorni seguenti non persi una sola delle sue mosse nella speranza di poter ripetere quell'esperienza ma purtroppo ciò non avvenne, così dovetti accontentarmi di menarmi il cazzo in solitudine riandando con il pensiero a quel fantastico pomeriggio.Dopo qualche giorno detti finalmente gli esami orali e dopo qualche giorno ancora seppi di essere stato promosso con il massimo dei voti.Mamma era felice e per festeggiarmi andammo a pranzo fuori. Venne anche mio padre - i miei genitori erano separati ma avevano mantenuto un buon rapporto ? e fu un momento veramente felice. Mangiammo e bevemmo benissimo nel miglior ristorante della città, e quando mio padre ci lasciò per tornare in ufficio mamma ed io andammo a farci un giro per vetrine.Voleva farmi un regalo ma io non sapevo cosa scegliere, così finì che non comprammo nulla e tornammo a casa.Mi dispiace che tu non ti sia comprato nulla ? mi disse appena rientrati a casa mentre si sfilava le scarpe ? mi sarebbe tanto piaciuto farti un bel regalo per la tua promozione. Possibile che non ci sia nulla che ti piaccia?Veramente una cosa ci sarebbe ? le risposi mentre la aiutavo ad abbassare la cerniera posteriore dell'abito che aveva indossato per l'occasione.Lei non capì, o fece finta di non capire, a cosa volessi alludere e si sfilò tranquillamente il vestito restando in sottoveste, uno straccetto di seta nera che le fasciava perfettamente le forme sode e piene.Il suo profumo - un misto di leggero sudore, di costosa essenza francese e odore di femmina - mi stava colpendo le narici ed in quel momento provai il desiderio quasi doloroso di metterle le mani addosso, di palparla, di infilarle le mani sotto il vestito, di sfilarle le mutandine. Il vino che avevamo bevuto a pranzo stava ancora rilasciando i suoi effetti liberando i miei freni inibitori e temetti di fare una stupidaggine. Avevo il cazzo duro da scoppiare che premeva contro la stoffa dei calzoni ed era impossibile che lei no se ne fosse accortaChe cosa ti piacerebbe? - fece lei voltandosi di colpo verso di me e carezzandomi il viso.Sei così bella, mamma ? le dissi, invece di risponderle, afferrando la sua mano e portandola alla bocca.Gliela baciai, poi le baciai le dita, infine la strinsi a me e la abbracciai stretta.La sua sottoveste ed i miei sottili abiti di cotone non frapposero una gran barriera tra i nostri corpi e lei poté distintamente sentire la mia potente erezione premere prepotentemente contro il suo bacino; ma, anziché scostarsi immediatamente, mi strinse ancora di più facendo aderire per qualche secondo il suo corpo al mio.Poi, con uno leggera spinta si divincolò dal mio abbraccio e mi allontanò da se.A pranzo abbiamo bevuto un po' troppo ? mi disse carezzandomi nuovamente il viso - sarà bene che vada a farmi una doccia con l'acqua fredda.Fattela anche tu ? aggiunse con un sorrisetto ironico mentre si sfilava la sottoveste lasciandola cadere sul pavimento di marmo del corridoio ? credo che ti farà bene. Il vino ed il caldo giocano dei brutti scherzi.La vidi allontanarsi in reggiseno e mutandine e corsi a chiudermi in camera mia. Ero arrapato come una bestia e decisi che mi sarei tirato un raspone per calmarmi un po'.Entrò in camera mia all'improvviso, senza bussare, con i capelli ancora bagnati e l'accappatoio di spugna semi aperto che le lasciava scoperte le gambe e buona parte del suo abbondante seno.Io ero in piedi al centro della stanza, senza calzoni e senza mutande e col cazzo duro in mano. Me lo stavo menando furiosamente pensando proprio a lei e quando me la trovai davanti non feci neppure il gesto di nascondermi. Rimasi lì, col cazzo duro in mano, sotto il suo sguardo, nel quale lessi solo tanta tenerezza.Scusami - disse facendo il gesto di andarsene ? sono entrata senza bussare.Non andartene, mamma; ti prego, non andartene.Prima ancora di avere terminato quelle parole mi spaventai per averle pronunciate. Cosa mi era saltato in mente di farle una simile richiesta?Mi aspettai da parte sua una dura reazione, ed invece lei mi sorrise con dolcezza e si diresse verso di me che, sempre immobile al centro della stanza, continuavo a reggere in mano il cazzo duro.Non c'era traccia di imbarazzo o di riprovazione sul suo viso e quando mi raggiunse mi abbracciò e mi diede un bacio sulla fronte.Non so se fu casuale o se lei lo fece apposta, fatto sta che in quel momento il suo accappatoio si aprì ancora un poco, e durante quel breve abbraccio il mio cazzo duro e dritto andò a posizionarsi contro il suo ventre nudo.Vorresti davvero che mamma restasse? - mi domandò fingendo di ignorare la presenza del mio cazzo duro dentro il suo accappatoio e contro la sua pelle nuda.Invece di risponderle affondai il viso nel suo seno aspirando il profumo di buono che proveniva dall'interno dell'accappatoio e, quasi senza accorgermene, iniziai a strusciare lentamente il cazzo contro il suo ventre.Non so per quanto tempo stetti così, con il viso affondato nel suo seno profumato mentre strusciavo il cazzo sempre più velocemente e con sempre maggiore pressione contro la pelle calda e morbida del suo ventre. Non so se furono secondi, minuti, ore, l'eternità, so solo che ad un certo punto lei mi affondò le mani nei capelli e mi strinse forte a se.Sfogati, piccolo, sfogati ? mi sussurrò facendo aderire il suo corpo al mio ? sfogati per bene. Sarà questo il mio regalo.A quelle parole infilai le mani sotto il suo accappatoio; la cinsi da dietro afferrandole il culo con entrambe le mani ed iniziai a palparle le chiappe, due belle chiappone sode e carnose, mentre strusciavo il cazzo sempre più velocemente contro il suo ventre che lei protendeva verso di me.Sentii il piacere risalire senza preavviso e feci appena in tempo ad avvertirla.Mamma ? le dissi col viso sempre affondato nel suo seno ? mamma io sto per sborrare.Sborra, piccolo di mamma, sborra tanto. Fatti una bella sborrata sulla pancia di mamma, sporcala tutta.Sborrai avvinghiato al suo corpo mentre lei mi carezzava dolcemente i capelli incitandomi a lasciarmi andare, a godere più che potevo, ad innaffiarla con i miei schizzi.Fatti una bella goduta, fai sentire a mamma come sborri, innaffiala tutta con i tuoi schizzi - mi sussurrava nell'orecchio mentre io, abbrancato alle sue chiappone, mi preparava a scaricarle addosso un mare di sborra.Eccola, mamma, eccola, sto sborrando, ti sto sborrando addosso, sto sborrando contro la tua pancia!! La sento, piccolo, la sento la tua sborra, è così calda.Sborrai davvero come un cavallo e quando finalmente sentii di essermi completamente svuotato i coglioni la abbracciai con forza.Grazie, mamma, grazie davvero. E' stato il regalo più bello che tu avresti potuto farmi.Lei ricambiò l'abbraccio e mi tenne a lungo stretto a se; poi si scostò e disse che sarebbe andata a farsi un'altra doccia.Mi hai innaffiata per bene ? disse ridendo mentre si allontanava ? dovevi averne una gran voglia, accidenti!Quando percorsi il corridoio per andare nel mio bagno a farmi anch'io una doccia notai che la porta del suo era solo socchiusa e non resistetti alla tentazione di dare una sbirciatina per poter osservare il suo corpo nudo sotto la doccia.Ma lei era invece seduta sul bidet a gambe larghe e, con ancora indosso l'accappatoio, si stava sbattendo furiosamente la passera.A quel punto spalancai del tutto la porta e, nudo dalla cintola in giù e col cazzo che stava rapidamente riprendendo vigore, entrai nel suo bagno andando a piazzarmi proprio davanti a lei.Mi accorsi che per un attimo non seppe cosa fare, come comportarsi, cosa dire. La sua mano dentro l'accappatoio si era fermata, ma sul suo viso si leggeva un'espressione da maiala che mi fece immediatamente drizzare il cazzo alla sua massima potenza.Pensai che mi cacciasse dal suo bagno a male parole.Mi hai fatto venire voglia ? mi disse invece ? una voglia pazzesca. Sentire il tuo membro eretto premere contro il mio ventre nudo, sentire i tuoi schizzi bollenti innaffiarmi tutta, sentire il desiderio che provavi in quei momenti per il mio corpo mi ha fatto venire una voglia irrefrenabile di toccarmi. Sono fatta di carne anch'io.Mamma, mammina ? le dissi avvicinandomi a lei ? non ti devi giustificareE dato che lei era seduta sul bidet, ed io in piedi, la testa del mio cazzo si trovò a puntare proprio contro il suo viso. Fu quasi senza accorgermene che feci un altro mezzo passo verso di lei e a quel punto la testa del cazzo, già bella scappucciata, si trovò a pochi centimetri dalle sue labbra che, forse anche lei senza accorgersene, la vidi dischiudere e richiudere intorno alla mia cappella.Me la leccò e me la ciucciò mentre io, dopo averle aperto l'accappatoio, le palpavo quelle belle, grosse e sode puppone e lei, con entrambe le mani tra le cosce, aveva ripreso a sbattersi la topa che ora potevo finalmente vedere da vicino.Godemmo insieme ed io, sfilatomi rapidamente dalla sua bocca, potei scaricarle sul viso e su quelle magnifiche poppe una potentissima sborrata.Mi raccomando ? mi disse mentre si ripuliva alla meglio con un piccolo asciugamano - il babbo non deve sapere nulla.
05-31-2021, at 08:33 AM
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